Sabato 20 ottobre raccolta firme dalle 8:00 alle 12:30 davanti alla Stazione FTV di Chiampo lungo SP.
Domenica 21 ottobre dalle 9:00 alle 12:00 in piazza Zanella a Chiampo
dalle 9:30 alle 12:00 davanti bar Nuovo Mondo a San Pietro Mussolino
dalle 9:00 alle 12:00 vicino al Municipio a Nogarole Vicentino
PER UN REFERENDUM SULL'EURO:
«La nostra Europa è quella delle regioni, non delle banche: vogliamo decidere noi in quale Europa stare e quale moneta avere»
L’ingresso dell’Italia nell’euro è stata la truffa del secolo. L’Italia – come ormai è stato svelato anche col supporto di documenti e lettere – nel 1998 truccò la reale situazione dei conti economici per dimostrare di essere in linea con i criteri necessari (da leggere un recente articolo di Sven Boll, Christian Reiermann, Michael Sauga e Klaus Wiegrefe su Der Spiegel). Nel 1998 il cancelliere tedesco Helmut Kohl disse che tutti avrebbero avvertito il “peso della storia, la decisione di introdurre la moneta unica”. Era questione di matematica: la crisi di oggi è il risultato delle scelte folli e sbagliate di allora.
Tra i tanti costituzionalisti intervenuti nel dibattito, Paolo Becchi, docente di Filosofia del diritto all’Università di Genova, in un recente articolo lo ha chiarito in maniera definitiva: “Per giustificare le sempre più penetranti cessioni di sovranità, la nostra Corte costituzionale ha sostenuto una lettura forzata dell’articolo 11 della Costituzione (il quale si limita a dichiarare che l’Italia “consente”, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni). (…) Le limitazioni di sovranità dovevano riferirsi unicamente allo Stato nei suoi rapporti internazionali (Onu). L’articolo 11 della Costituzione, pertanto, non può essere interpretato nel senso voluto dalla Corte costituzionale. L’articolo 11 non limita la sovranità del popolo, ma solo quella dello Stato in rapporto agli altri Stati. (…). L’articolo 11 è stato utilizzato come un artificio giuridico per un grande “racconto” che non aveva alcuna base nella nostra Costituzione e che è servito a giustificare e legittimare l’automatico adattamento dell’Italia alle sempre più invasive disposizioni dell’Unione europea.Uscire dall’euro è possibile. Entrarne, nel modo in cui è avvenuto, è stato invece costituzionalmente illegittimo”.
La proposta di legge:
«Indizione di un referendum di indirizzo per la rifondazione di un’Unione Europea democratica e federale basata sui Popoli e sulle Regioni, per l’adesione all’area Euro limitata ai territori che rispettano il pareggio di bilancio e per il coinvolgimento del Popolo nelle procedure di approvazione dei Trattati Europei»Una truffa incostituzionale.
L’Italia svendette la propria sovranità e il nostro futuro senza nemmeno interpellare il popolo.Tra i tanti costituzionalisti intervenuti nel dibattito, Paolo Becchi, docente di Filosofia del diritto all’Università di Genova, in un recente articolo lo ha chiarito in maniera definitiva: “Per giustificare le sempre più penetranti cessioni di sovranità, la nostra Corte costituzionale ha sostenuto una lettura forzata dell’articolo 11 della Costituzione (il quale si limita a dichiarare che l’Italia “consente”, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni). (…) Le limitazioni di sovranità dovevano riferirsi unicamente allo Stato nei suoi rapporti internazionali (Onu). L’articolo 11 della Costituzione, pertanto, non può essere interpretato nel senso voluto dalla Corte costituzionale. L’articolo 11 non limita la sovranità del popolo, ma solo quella dello Stato in rapporto agli altri Stati. (…). L’articolo 11 è stato utilizzato come un artificio giuridico per un grande “racconto” che non aveva alcuna base nella nostra Costituzione e che è servito a giustificare e legittimare l’automatico adattamento dell’Italia alle sempre più invasive disposizioni dell’Unione europea.Uscire dall’euro è possibile. Entrarne, nel modo in cui è avvenuto, è stato invece costituzionalmente illegittimo”.
Oggi la Lega chiede che sia il popolo sovrano a scegliere in quale Europa stare, con quali Regioni d’Europa stare e quale tipo di moneta utilizzare.
Il Financial Times vede come inevitabile e necessario il ritorno ad una Europa “carolingia”, quell’impero di Carlo Magno che non andava oltre la Francia, i Paesi del Benelux, la Germania e l’Italia del Nord.
E anche il Corriere della Sera, dice: «Complice la crisi, diventa sempre più chiaro che l’Italia non andrà molto lontano, restando per metà Germania e per metà Grecia. L’ombra di un impero carolingio, che si ferma alla Linea Gotica, va presa sul serio».
Il Financial Times vede come inevitabile e necessario il ritorno ad una Europa “carolingia”, quell’impero di Carlo Magno che non andava oltre la Francia, i Paesi del Benelux, la Germania e l’Italia del Nord.
E anche il Corriere della Sera, dice: «Complice la crisi, diventa sempre più chiaro che l’Italia non andrà molto lontano, restando per metà Germania e per metà Grecia. L’ombra di un impero carolingio, che si ferma alla Linea Gotica, va presa sul serio».
PER UN REFERENDUM SULL'IMU DI MONTI:
«I debiti dell’Italia non li pagheranno quelli del Nord»
Perche’ no all’IMU?
L’Imu sono le mani in tasca del Governo Monti alla gente del Nord. Non dimentichiamo mai una differenza: la Lega Nord ha cancellato l’Ici perché lo chiedeva il popolo, la banda Monti ha imposto l’Imu perché lo dicono i loro amici delle banche europee.
In TV, il ministro Elsa Fornero è stata chiara: «Abolire l’Imu non è oggi a portata di mano, non è realizzabile ed è inutile dirlo. La Comunità internazionale ci punirebbe immediatamente e si dovrebbe fare subito marcia indietro».
In TV, il ministro Elsa Fornero è stata chiara: «Abolire l’Imu non è oggi a portata di mano, non è realizzabile ed è inutile dirlo. La Comunità internazionale ci punirebbe immediatamente e si dovrebbe fare subito marcia indietro».
E chi l’ha detto? La Lega chiede con questa proposta di legge che sia il popolo a decidere quali tasse e come pagarle!
IMU = tassa sul nord
Perché diciamo no all’Imu? Perché è una tassa sul Nord.
Prendiamo qualche dato dall’Agenzia del territorio nella sezione relativa alle case fantasma (che non pagano l’Imu):
Prendiamo qualche dato dall’Agenzia del territorio nella sezione relativa alle case fantasma (che non pagano l’Imu):
NAPOLI: 6891 immobili non accatastati
REGGIO CALABRIA: 6237
PALERMO: 6015
POTENZA: 4181
CATANZARO: 3167
REGGIO CALABRIA: 6237
PALERMO: 6015
POTENZA: 4181
CATANZARO: 3167
TORINO: 56
MILANO: 22
AOSTA: 10
MILANO: 22
AOSTA: 10
PER TENERE IL 75% DELLE NOSTRE TASSE:
«Chiediamo di tenere i nostri soldi a casa nostra: vogliamo il 75% delle nostre tasse, non più il 33%»
Oggi l’Europa sta fallendo – e ne paghiamo tutti le conseguenze – per i debiti e gli sprechi accumulati da poco più di 11 milioni di abitanti greci. Il Nord, da 150 anni, mantiene sulle proprie spalle 22 milioni di abitanti, quelli del Sud, la nostra “Magna Grecia”.
Adesso basta! “Prima il Nord” vuol dire che prima di tutto dobbiamo pensare ai nostri giovani, ai nostri anziani, alle nostre aziende che chiudono, alle scuole che cadono a pezzi, alle infrastrutture che mancano.
Cosa succede oggi? Lombardia, Piemonte e Venetosono costretti da Roma a spremere i propri cittadini per mandare all’ombra del Colosseo ogni anno 195 miliardi di euro. Roma, dopo aver speso, come sappiamo, la maggior parte di questi, restituisce al Nord le briciole: 69 miliardi di euro. La proposta della Lega Nord per dire basta a questa schiavitù prevede che sul territorio restino il 75% delle tasse, ovvero 146 miliardi di euro.
Adesso basta! “Prima il Nord” vuol dire che prima di tutto dobbiamo pensare ai nostri giovani, ai nostri anziani, alle nostre aziende che chiudono, alle scuole che cadono a pezzi, alle infrastrutture che mancano.
Cosa succede oggi? Lombardia, Piemonte e Venetosono costretti da Roma a spremere i propri cittadini per mandare all’ombra del Colosseo ogni anno 195 miliardi di euro. Roma, dopo aver speso, come sappiamo, la maggior parte di questi, restituisce al Nord le briciole: 69 miliardi di euro. La proposta della Lega Nord per dire basta a questa schiavitù prevede che sul territorio restino il 75% delle tasse, ovvero 146 miliardi di euro.
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