martedì 20 novembre 2012

INCONTRO PUBBLICO SUL FUTURO DELLA CACCIA IN VENETO


CHIAMPO (VI), 8 NOV. – Straordinaria partecipazione, a tratti anche con toni piuttosto accesi, l'8 novembre a Chiampo nell’Auditorium comunale, dove la sezione locale della Lega Nord ha organizzato un incontro pubblico sulla caccia, presentato dalla segretaria Tiziana Pulvirenti. “Quale futuro per la caccia in Veneto?” è l’interrogativo al quale i relatori hanno cercato di dare risposta.
L’assessore regionale veneto alla caccia Daniele Stival ha illustrato dettagliatamente le ragioni che hanno portato all’attuale situazione di difficoltà dei cacciatori veneti, sostanzialmente riconducibili alla direttiva europea del 30 novembre 2009, recepita dal Governo l’anno successivo, la quale ha imposto una serie di interventi di modifica normativa ai quali non tutti i livelli istituzionali hanno risposto. Attualmente, la difficoltà di procedere con la caccia in deroga deriva dal fatto che il Veneto è già stato sottoposto ad una procedura di infrazione (secondo la Commissione Europea “…il richiamo alla tradizione storico culturale del territorio non è sufficiente a giustificare la caccia in deroga…”) e se questa dovesse ripetersi per l’anno venatorio 2012-13  le conseguenze pecuniarie potrebbero essere estremamente pesanti. “Dal momento che a causa delle deroghe sono già stati condannati numerosi Paesi europei- ha commentato Stival-  è evidente come ci troviamo di fronte alla mancanza di volontà politica nell’affrontare e risolvere il problema”. Per la redazione del Piano faunistico, la Regione è ancora in attesa dei piani provinciali delle sette Province; se questi non arriveranno entro fine anno, la Regione procederà senza le loro indicazioni. Per quanto riguarda invece il problema di torrette e capanni, sorto a Vicenza oltre un anno fa, la giunta regionale è intervenuta a febbraio con una legge, la quale non è stata impugnata dal Governo grazie all’impegno di emanare i successivi decreti attuativi sulla base delle disposizioni della Soprintendenza ambientale. Sullo stesso tema è stata invece impugnata la legge del consiglio regionale di luglio, e se la Corte Costituzionale darà ragione al Governo, tutto quanto finora fatto sarà stato inutile. L’assessore Stival ha concluso il suo intervento con un richiamo all’unità: “E’ fondamentale conoscere con precisione quali sono i problemi in materia, che sarà possibile risolvere solo mantenendo l’unità, così come ci insegnano gli ambientalisti. Invito inoltre le associazioni venatorie ad iniziare a costituirsi come parte lesa dei cacciatori.”
Due le proposte giunte dal vice presidente nazionale e presidente regionale del Veneto ANUU Migratoristi Giovanni Persona, il quale si è soffermato sulla necessità di una modifica della concezione culturale della caccia, da non considerare come un problema bensì come risorsa (protezione della biodiversità). La prima riguarda l’anticipazione a marzo del calendario venatorio, così da dare la possibilità alla Regione di esprimersi; la seconda riguarda la costituzione dell’Istituto regionale per la fauna selvatica, che fornendo e convalidando i dati scientifici delle Associazioni, potrebbe legittimare la richiesta delle deroghe ponendo fine alla trafila dei ricorsi.
Dopo i numerosi interventi del pubblico, la conclusione della serata è stata affidata al senatore Paolo Franco: “Se,  come i polli di Renzo di manzoniana memoria, affrontiamo il problema alimentando le divisioni, non otterremo mai alcun risultato. Anzi, prevarranno le scelte di chi sulle nostre diatribe consolida la propria forza. La responsabilità è dell’Unione Europea, che per la caccia, così come per ogni altra questione, si impone con scelte lontanissime dalle nostre tradizioni e dalla nostra cultura. Di fatto, viviamo oggi in uno stato di polizia, dove la magistratura ha poteri smisurati, e i cacciatori non sono gli unici ad essere vessati, basti guardare a commercianti ed imprenditori.”

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