giovedì 20 dicembre 2012
venerdì 14 dicembre 2012
Natale in Lega
Lunedì 17 Dicembre 2012 ore 20.30 in sede Lega Nord a Chiampo.... NATALE IN LEGA!!!
Ci ritroviamo tutti insieme per le ultime info prefestive e per scambiarci gli auguri.
Vi aspettiamo!!!
venerdì 30 novembre 2012
VENETO: Consiglio veneto, sì a referendum per autodeterminazione
Scarica il testo della risoluzione “Il diritto del Popolo Veneto alla compiuta attuazione della propria autodeterminazione”, approvata dal Consiglio regionale al termine della seduta del 28 novembre
martedì 20 novembre 2012
INCONTRO PUBBLICO SUL FUTURO DELLA CACCIA IN VENETO
CHIAMPO (VI), 8 NOV. – Straordinaria partecipazione, a tratti anche con toni piuttosto accesi, l'8 novembre a Chiampo nell’Auditorium comunale, dove la sezione locale della Lega Nord ha organizzato un incontro pubblico sulla caccia, presentato dalla segretaria Tiziana Pulvirenti. “Quale futuro per la caccia in Veneto?” è l’interrogativo al quale i relatori hanno cercato di dare risposta.
L’assessore regionale veneto alla caccia Daniele Stival ha illustrato dettagliatamente le ragioni che hanno portato all’attuale situazione di difficoltà dei cacciatori veneti, sostanzialmente riconducibili alla direttiva europea del 30 novembre 2009, recepita dal Governo l’anno successivo, la quale ha imposto una serie di interventi di modifica normativa ai quali non tutti i livelli istituzionali hanno risposto. Attualmente, la difficoltà di procedere con la caccia in deroga deriva dal fatto che il Veneto è già stato sottoposto ad una procedura di infrazione (secondo la Commissione Europea “…il richiamo alla tradizione storico culturale del territorio non è sufficiente a giustificare la caccia in deroga…”) e se questa dovesse ripetersi per l’anno venatorio 2012-13 le conseguenze pecuniarie potrebbero essere estremamente pesanti. “Dal momento che a causa delle deroghe sono già stati condannati numerosi Paesi europei- ha commentato Stival- è evidente come ci troviamo di fronte alla mancanza di volontà politica nell’affrontare e risolvere il problema”. Per la redazione del Piano faunistico, la Regione è ancora in attesa dei piani provinciali delle sette Province; se questi non arriveranno entro fine anno, la Regione procederà senza le loro indicazioni. Per quanto riguarda invece il problema di torrette e capanni, sorto a Vicenza oltre un anno fa, la giunta regionale è intervenuta a febbraio con una legge, la quale non è stata impugnata dal Governo grazie all’impegno di emanare i successivi decreti attuativi sulla base delle disposizioni della Soprintendenza ambientale. Sullo stesso tema è stata invece impugnata la legge del consiglio regionale di luglio, e se la Corte Costituzionale darà ragione al Governo, tutto quanto finora fatto sarà stato inutile. L’assessore Stival ha concluso il suo intervento con un richiamo all’unità: “E’ fondamentale conoscere con precisione quali sono i problemi in materia, che sarà possibile risolvere solo mantenendo l’unità, così come ci insegnano gli ambientalisti. Invito inoltre le associazioni venatorie ad iniziare a costituirsi come parte lesa dei cacciatori.”
Due le proposte giunte dal vice presidente nazionale e presidente regionale del Veneto ANUU Migratoristi Giovanni Persona, il quale si è soffermato sulla necessità di una modifica della concezione culturale della caccia, da non considerare come un problema bensì come risorsa (protezione della biodiversità). La prima riguarda l’anticipazione a marzo del calendario venatorio, così da dare la possibilità alla Regione di esprimersi; la seconda riguarda la costituzione dell’Istituto regionale per la fauna selvatica, che fornendo e convalidando i dati scientifici delle Associazioni, potrebbe legittimare la richiesta delle deroghe ponendo fine alla trafila dei ricorsi.
Dopo i numerosi interventi del pubblico, la conclusione della serata è stata affidata al senatore Paolo Franco: “Se, come i polli di Renzo di manzoniana memoria, affrontiamo il problema alimentando le divisioni, non otterremo mai alcun risultato. Anzi, prevarranno le scelte di chi sulle nostre diatribe consolida la propria forza. La responsabilità è dell’Unione Europea, che per la caccia, così come per ogni altra questione, si impone con scelte lontanissime dalle nostre tradizioni e dalla nostra cultura. Di fatto, viviamo oggi in uno stato di polizia, dove la magistratura ha poteri smisurati, e i cacciatori non sono gli unici ad essere vessati, basti guardare a commercianti ed imprenditori.”
venerdì 26 ottobre 2012
Incontro pubblico a Chiampo
Incontro pubblico organizzato dalla Sezione Lega Nord di Chiampo per giovedì 8 novembre 2012 ore 20:30 in Auditorium Comunale a Chiampo (VI) sul tema della caccia in Veneto
EVENTO FACEBOOK: http://www.facebook.com/events/277384299046817/
EVENTO FACEBOOK: http://www.facebook.com/events/277384299046817/
lunedì 22 ottobre 2012
Raccolta firme 20 e 21 ottobre
RACCOLTA FIRME PROPOSTE DI LEGGE SU IMU, EURO E 75% DELLE TASSE IN VENETO
656 firme raccolte a Chiampo, San Pietro Mussolino e Nogarole!!! Un ringraziamento ai cittadini che hanno partecipato a questa iniziativa e a tutti i militanti e sostenitori della Sezione che hanno dato la loro disponibilità per le mattinate di sabato e domenica!!!
GRAZIE!!!
martedì 16 ottobre 2012
Raccolta Firme
Evento su Facebook: http://www.facebook.com/events/275733389212555/
Sabato 20 ottobre raccolta firme dalle 8:00 alle 12:30 davanti alla Stazione FTV di Chiampo lungo SP.
Domenica 21 ottobre dalle 9:00 alle 12:00 in piazza Zanella a Chiampo
dalle 9:30 alle 12:00 davanti bar Nuovo Mondo a San Pietro Mussolino
dalle 9:00 alle 12:00 vicino al Municipio a Nogarole Vicentino
PER UN REFERENDUM SULL'EURO:
«La nostra Europa è quella delle regioni, non delle banche: vogliamo decidere noi in quale Europa stare e quale moneta avere»
L’ingresso dell’Italia nell’euro è stata la truffa del secolo. L’Italia – come ormai è stato svelato anche col supporto di documenti e lettere – nel 1998 truccò la reale situazione dei conti economici per dimostrare di essere in linea con i criteri necessari (da leggere un recente articolo di Sven Boll, Christian Reiermann, Michael Sauga e Klaus Wiegrefe su Der Spiegel). Nel 1998 il cancelliere tedesco Helmut Kohl disse che tutti avrebbero avvertito il “peso della storia, la decisione di introdurre la moneta unica”. Era questione di matematica: la crisi di oggi è il risultato delle scelte folli e sbagliate di allora.
Tra i tanti costituzionalisti intervenuti nel dibattito, Paolo Becchi, docente di Filosofia del diritto all’Università di Genova, in un recente articolo lo ha chiarito in maniera definitiva: “Per giustificare le sempre più penetranti cessioni di sovranità, la nostra Corte costituzionale ha sostenuto una lettura forzata dell’articolo 11 della Costituzione (il quale si limita a dichiarare che l’Italia “consente”, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni). (…) Le limitazioni di sovranità dovevano riferirsi unicamente allo Stato nei suoi rapporti internazionali (Onu). L’articolo 11 della Costituzione, pertanto, non può essere interpretato nel senso voluto dalla Corte costituzionale. L’articolo 11 non limita la sovranità del popolo, ma solo quella dello Stato in rapporto agli altri Stati. (…). L’articolo 11 è stato utilizzato come un artificio giuridico per un grande “racconto” che non aveva alcuna base nella nostra Costituzione e che è servito a giustificare e legittimare l’automatico adattamento dell’Italia alle sempre più invasive disposizioni dell’Unione europea.Uscire dall’euro è possibile. Entrarne, nel modo in cui è avvenuto, è stato invece costituzionalmente illegittimo”.
La proposta di legge:
«Indizione di un referendum di indirizzo per la rifondazione di un’Unione Europea democratica e federale basata sui Popoli e sulle Regioni, per l’adesione all’area Euro limitata ai territori che rispettano il pareggio di bilancio e per il coinvolgimento del Popolo nelle procedure di approvazione dei Trattati Europei»Una truffa incostituzionale.
L’Italia svendette la propria sovranità e il nostro futuro senza nemmeno interpellare il popolo.Tra i tanti costituzionalisti intervenuti nel dibattito, Paolo Becchi, docente di Filosofia del diritto all’Università di Genova, in un recente articolo lo ha chiarito in maniera definitiva: “Per giustificare le sempre più penetranti cessioni di sovranità, la nostra Corte costituzionale ha sostenuto una lettura forzata dell’articolo 11 della Costituzione (il quale si limita a dichiarare che l’Italia “consente”, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni). (…) Le limitazioni di sovranità dovevano riferirsi unicamente allo Stato nei suoi rapporti internazionali (Onu). L’articolo 11 della Costituzione, pertanto, non può essere interpretato nel senso voluto dalla Corte costituzionale. L’articolo 11 non limita la sovranità del popolo, ma solo quella dello Stato in rapporto agli altri Stati. (…). L’articolo 11 è stato utilizzato come un artificio giuridico per un grande “racconto” che non aveva alcuna base nella nostra Costituzione e che è servito a giustificare e legittimare l’automatico adattamento dell’Italia alle sempre più invasive disposizioni dell’Unione europea.Uscire dall’euro è possibile. Entrarne, nel modo in cui è avvenuto, è stato invece costituzionalmente illegittimo”.
Oggi la Lega chiede che sia il popolo sovrano a scegliere in quale Europa stare, con quali Regioni d’Europa stare e quale tipo di moneta utilizzare.
Il Financial Times vede come inevitabile e necessario il ritorno ad una Europa “carolingia”, quell’impero di Carlo Magno che non andava oltre la Francia, i Paesi del Benelux, la Germania e l’Italia del Nord.
E anche il Corriere della Sera, dice: «Complice la crisi, diventa sempre più chiaro che l’Italia non andrà molto lontano, restando per metà Germania e per metà Grecia. L’ombra di un impero carolingio, che si ferma alla Linea Gotica, va presa sul serio».
Il Financial Times vede come inevitabile e necessario il ritorno ad una Europa “carolingia”, quell’impero di Carlo Magno che non andava oltre la Francia, i Paesi del Benelux, la Germania e l’Italia del Nord.
E anche il Corriere della Sera, dice: «Complice la crisi, diventa sempre più chiaro che l’Italia non andrà molto lontano, restando per metà Germania e per metà Grecia. L’ombra di un impero carolingio, che si ferma alla Linea Gotica, va presa sul serio».
PER UN REFERENDUM SULL'IMU DI MONTI:
«I debiti dell’Italia non li pagheranno quelli del Nord»
Perche’ no all’IMU?
L’Imu sono le mani in tasca del Governo Monti alla gente del Nord. Non dimentichiamo mai una differenza: la Lega Nord ha cancellato l’Ici perché lo chiedeva il popolo, la banda Monti ha imposto l’Imu perché lo dicono i loro amici delle banche europee.
In TV, il ministro Elsa Fornero è stata chiara: «Abolire l’Imu non è oggi a portata di mano, non è realizzabile ed è inutile dirlo. La Comunità internazionale ci punirebbe immediatamente e si dovrebbe fare subito marcia indietro».
In TV, il ministro Elsa Fornero è stata chiara: «Abolire l’Imu non è oggi a portata di mano, non è realizzabile ed è inutile dirlo. La Comunità internazionale ci punirebbe immediatamente e si dovrebbe fare subito marcia indietro».
E chi l’ha detto? La Lega chiede con questa proposta di legge che sia il popolo a decidere quali tasse e come pagarle!
IMU = tassa sul nord
Perché diciamo no all’Imu? Perché è una tassa sul Nord.
Prendiamo qualche dato dall’Agenzia del territorio nella sezione relativa alle case fantasma (che non pagano l’Imu):
Prendiamo qualche dato dall’Agenzia del territorio nella sezione relativa alle case fantasma (che non pagano l’Imu):
NAPOLI: 6891 immobili non accatastati
REGGIO CALABRIA: 6237
PALERMO: 6015
POTENZA: 4181
CATANZARO: 3167
REGGIO CALABRIA: 6237
PALERMO: 6015
POTENZA: 4181
CATANZARO: 3167
TORINO: 56
MILANO: 22
AOSTA: 10
MILANO: 22
AOSTA: 10
PER TENERE IL 75% DELLE NOSTRE TASSE:
«Chiediamo di tenere i nostri soldi a casa nostra: vogliamo il 75% delle nostre tasse, non più il 33%»
Oggi l’Europa sta fallendo – e ne paghiamo tutti le conseguenze – per i debiti e gli sprechi accumulati da poco più di 11 milioni di abitanti greci. Il Nord, da 150 anni, mantiene sulle proprie spalle 22 milioni di abitanti, quelli del Sud, la nostra “Magna Grecia”.
Adesso basta! “Prima il Nord” vuol dire che prima di tutto dobbiamo pensare ai nostri giovani, ai nostri anziani, alle nostre aziende che chiudono, alle scuole che cadono a pezzi, alle infrastrutture che mancano.
Cosa succede oggi? Lombardia, Piemonte e Venetosono costretti da Roma a spremere i propri cittadini per mandare all’ombra del Colosseo ogni anno 195 miliardi di euro. Roma, dopo aver speso, come sappiamo, la maggior parte di questi, restituisce al Nord le briciole: 69 miliardi di euro. La proposta della Lega Nord per dire basta a questa schiavitù prevede che sul territorio restino il 75% delle tasse, ovvero 146 miliardi di euro.
Adesso basta! “Prima il Nord” vuol dire che prima di tutto dobbiamo pensare ai nostri giovani, ai nostri anziani, alle nostre aziende che chiudono, alle scuole che cadono a pezzi, alle infrastrutture che mancano.
Cosa succede oggi? Lombardia, Piemonte e Venetosono costretti da Roma a spremere i propri cittadini per mandare all’ombra del Colosseo ogni anno 195 miliardi di euro. Roma, dopo aver speso, come sappiamo, la maggior parte di questi, restituisce al Nord le briciole: 69 miliardi di euro. La proposta della Lega Nord per dire basta a questa schiavitù prevede che sul territorio restino il 75% delle tasse, ovvero 146 miliardi di euro.
lunedì 8 ottobre 2012
giovedì 4 ottobre 2012
Info pullman per Venezia 2012
INFORMAZIONI:
Pullman gratuiti, non è richiesto alcun contributo.
Partenza ore 7.00 dalla Stazione FTV di Chiampo, fermata alla Stazione FTV di Arzignano ore 7.10, fermata al piazzale del Bowling di Alte Ceccato ore 7.20, partenza verso Venezia.
Pranzo al sacco.
Per avere ulteriori informazioni e/o prenotare dei posti:
- Scrivi a leganordchiampo@gmail.com;
- Telefona al Segretario Tiziana Pulvirenti al numero 345/0815571.
Festa dei Popoli Padani, 7 ottobre 2012
Cari fratelli padani,
domenica 7 ottobre ci ritroveremo a Venezia, nella cornice a noi familiare della Riva dei Sette Martiri, per celebrare la Festa dei Popoli Padani, un appuntamento particolarmente sentito da tutti noi, un appuntamento dal forte valore simbolico ma anche politico, visto il momento delicato che si trova a vivere il Nord, vessato da un Governo nemico, stretto nella micidiale tenaglia delle ‘sanguisughe’ dei palazzi di Roma e dei tecnocrati di quelli di Bruxelles.
Per il nostro movimento si tratterà del primo grande evento di piazza dopo i mesi, a tratti burrascosi e sicuramente intensi, che abbiamo vissuto nella scorsa primavera e dopo il successivo periodo di profondo cambiamento conclusosi con i congressi nazionali e con il congresso federale dello scorso 1° luglio.
Abbiamo avuto mesi difficili, ma siamo ripartiti, con un assetto rinnovato, ritrovando quella compattezza interna che aveva sempre contraddistinto il nostro movimento.
Ora è tempo di guardare avanti e Venezia rappresenta la prima tappa di un cammino che si concluderà nella prossima primavera in un altro luogo suggestivo e simbolico per tutti noi, Pontida.
In mezzo ci saranno sei mesi di grande lavoro sul territorio, sul nostro territorio, in mezzo alla nostra gente, al fianco della nostra gente, come sempre abbiamo fatto in tutti questi anni.
Ci attende una campagna elettorale difficile, dove saremo soli contro tutto e tutti, ma è in queste circostanze che sappiamo dare il meglio di noi e in passato lo abbiamo già dimostrato e più volte.
Ripartiamo, riprendiamo la nostra lotta e ritroviamoci tutti a Venezia, uniamoci attorno al nostro Segretario federale, Roberto Maroni, e al nostro Presidente federale, Umberto Bossi, e rimettiamoci a combattere!
Tutti a Venezia, e che non manchi nessuno, perché comunque per tutti noi c’è solo una priorità: Prima il Nord !
Il Responsabile Organizzativo Federale
e del Territorio della Lega Nord
Roberto Calderoli
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